Quanti spread ho guadagnato ?

 

largo nazareno

Per chi non lo sapesse, o semplicemente non ne conservasse la memoria, il Patto del Nazareno è stato siglato il 18 gennaio 2014, e la cosa non è senza un certo rilievo di senso.

Il 18 gennaio 1919 Don Luigi Sturzo, presbitero di Caltagirone, fondò a Roma il Partito Popolare Italiano ed il suo giornale Il Popolo Nuovo.

Nel 1919 la nascita del PPI fu l’evento più importante dopo la prima guerra mondiale. Segnò un confine, un confine netto tra l’autoritarismo fascista che andava sempre più affermandosi ed i reali e concreti  bisogni di rappresentatività e voce delle masse popolari. Purtroppo il grande Don Luigi Sturzo, che diede peso e sostanza al suo partito costringendo i ministri cattolici ad uscire dal Governo Mussolini, si accompagnava alla sinistra ma non fu buona sponda per i liberali di Giolitti. Da Buon cattolico, non afferrò subito l’opportunità di fare fronte comune e forza con le teorie più laiche dello Stato italiano dei liberali, aprendo la via, così,  all’odioso – si può dire, no? –  ventennio mussoliniano.

Ebbene tanta onorevolissima storia è alle spalle del Patto del Nazareno, che non solo porta il nome del Palazzo, via e sede centrale- nazionale del Partito Democratico,  ma porta il più altisonante nome di quel più grande “aizzatore di masse” che fu Gesù Cristo, il Nazzareno. E chi può tollerare l’uomo, in generale, se non Lui?

Ebbene, che cosa ci si sarebbe aspettato dal questo Patto del Nazareno, nato a Roma, di cui uno dei contraenti è in parte erede del PPI (quello di Don Luigi Sturzo), nella sede del partito di maggioranza relativa di sipirazione popolare di centro sinistra, sinistra-centro?

Quanto meno una svolta, che so: una “terza via”, quarta, quinta …. una “convergenza-parallela-diagonale, trasversale“, qualcosa che avesse il sapore vago della continuità  sulla linea della resistenza, della tenuta, del filo rosso che lega Via Fani con Togliatti e Berlinguer, con Don Sturzo e La Malfa, avverso Mussolini e Lenin. Contro la maledizione dei Kennedy e degli Agnelli ma anche di Mattei e della squadra del glorioso Torino, magari anche di Tutankamon.

Non saprei, diciamo un cambio di passo, un cambio di verso, un cambio di faccia…. contro le “mafie” in senso latere … Qualcosa che sapesse di Jesus Crhist Superstar. Certo non un minestrone ma nemmeno una minestra riscaldata.

E invece c’è toccato il “pastrocchio”. Che per carità ha pure i suoi buoni intenti e, dati i tempi, è il massimo della tenuta di un governo nato monco e minato alla base già dal primo vagito. Ma pur sempre di pastrocchio trattasi, al punto da far scherzare Bersani. Il buon Bersani che ogni parola che dice viene irrimediabilmente e sistematicamente attaccato manco stesse dicendo corbellerie.  Fosse servito il Patto del Nazareno a dare una mano finanziaria all’Italia !! Anche solo a qualche impresa!!

Non sono corbellerie e chi sa tace o mente sapendo di …. mentina !

No, non è una bell’aria fresca di Vigorsol quella che si respira in giro, quella che si legge sui social quando si intima di tacere per non disturbare chi dall’interno stesso del Partito …. di Gesù Cristo…., attacca l’area social dem-riformista. “Il fuoco amico”! Amico di chi ? Non certo di Don Sturzo

Vediamo se c’ho imbroccato: il gruppo Mediaset, nel campo dell’editoria, detiene il 37,1% della pubblictà in Italia, è seconda la Rai con il 31,9%. La concorrenza si è accentuata dai tempi della legge Mammì che ha favorito il gruppo facente capo alla famiglia Berlusconi.  Gli effetti delle “liberalizzazioni” dell’epoca hanno equiparato il peso dei due maggiiori concorrenti, favorendo anche l’avvio di nuove start up editoriali televisive. Non ho competenze in materia, ne mastico solo un po’, giusto come faccio con le gomme. Nient’altro e mi inchino ai “più sapienti” di me.

Però forse la maggiore resa del titolo di cui ha parlato ultimamente Bersani fa riferimento all’accorpamento dei titoli anche con il gruppo Tgcom, La5 ecc… Il titolo Mediaset attualmente è ancora in discesa anche se lieve, è in frenata. Al di là del fatto che quella di Bersani era una battuta veramente, detta con “filosofica” argutezza politica, quello che fa notare ai più attenti è il fatto di quanto pesino dal 2008 gli andamenti finanziari e gli spread sull’organizzazione di un paese sociale, e quanta poca guida politica abbiano.

Dal canto mio, ciò che mi muove al commento è –  mio personale interesse – vedere che in Italia ci siano tutte buone imprese, funzionanti, legalmente riconosciute e che offrono lavoro. Vorrei vedere un paese SVILUPPATO e AUTONOMO. Apprezzo gli sforzi di tutti. Qualche volta faccio distinzioni!  C’è dell’altro? … Bò? Lasciamo perdere, non ci interessa, non al momento almeno.

Sabrina Ferilli: “Rimpiangeremo Pierluigi Bersani. Mi aspetto qualcosa di più dei tweet e dei selfie in politica”
BUONA SERATA !!

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